L'azienda è infatti immersa in un sistema in cui deve rendere conto non solo ai suoi azionisti, ma anche a tutti gli altri attori che le ruotano attorno e che hanno interesse al suo funzionamento e ai suoi risultati. È sotto l'influenza di questo ambiente eterogeneo.
È consuetudine distinguere 2 profili: il attori interni da una parte chi sono i dirigenti e gli impiegati, i sindacati; dall'altro il attori esterni: clienti, fornitori ovviamente, ma anche azionisti, creditori e altre istituzioni.
Guardando più da vicino i motivi di questo piccolo mondo, capiamo subito che i loro interessi divergono. Mentre i dipendenti sono attenti alla sostenibilità del loro lavoro, gli azionisti si aspettano alti ritorni sui loro investimenti.
Tutta la sottigliezza di governance sarà quello di soddisfare la maggior parte degli attori coinvolti per creare più valore. Questi principi di responsabilità nei confronti degli stakeholder sono evidenziati dalle politiche di Responsabilità sociale d'impresa (o RSI).
In pratica, le decisioni aziendali sono per lo più prese nell'interesse (e solo) di breve termine degli azionisti, sebbene l'integrazione delle esigenze e delle motivazioni degli stakeholder sia una potente leva per generare performance sostenibili.
Vedi anche gli stakeholder di un progetto